Verrebbe spontaneo individuare diverse cause del successo o dell’insuccesso, meglio dire un concatenarsi di cause che scoraggiano una definizione di una “causa prima”. Da precisare che qui definiamo “insuccesso” tutti gli eventi e situazioni che abbiamo creato, che ci paiono carenti o addirittura sbagliati rispetto ai nostri criteri di giudizio. In pratica, posto che abbiamo un desiderio o un obiettivo, non raggiungerlo ci procura una sensazione di insuccesso. Ma anche ci riferiamo a una “sensazione” che prescinde dalla situazione oggettiva.
Infatti la sensazione di successo/insuccesso legata a quella di realizzazione di obiettivi, è strettamente connessa a quella di realizzazione di sé: ci sentiamo realizzati quando verifichiamo di aver raggiunto i nostri obiettivi… tuttavia anche quando li abbiamo raggiunti può permanere un senso di insoddisfazione e una sorta di “delusione emotiva” che ci fa dubitare di essere davvero “persone di successo”.
Quindi la prima riflessione sarebbe sulle caratteristiche di “successo” e “insuccesso” e sul loro valore relativo, anche se percepito come assoluto. Ma questo è un altro risvolto dell’ argomento…
Forse non è possibile definire la “causa prima” del successo e dell’insuccesso una volta per tutte. Riflettendo su di sé e sul mondo intorno a sé, parrebbe difficile mettere un punto finale a questa individuazione. Questa caratteristica è propria delle “domande lente“, cioè quelle domande che non hanno una risposta unica e determinata una volta per tutte, e neppure la possibilità di ottenerla a tempi brevi, perché la loro stessa caratteristica cambia e si articola col passare del tempo. Sono quelle domande a cui abbiamo una “risposta provvisoria” (quando c’è) del tipo: “sì, è così, però ….“.
Proviamo a affrontare il tema dal punto di vista degli stati d’animo, tramite alcuni esempi che si verificano diffusamente. Una persona:
– completa un percorso che ha eseguito con molto lavoro e dedizione. Raggiunge l’obiettivo stabilito e si trova a pensare “ma infine a cosa serve?”, con molto scoraggiamento
– progetta e avvia un qualche tipo di opera o conseguimento, e si trova a dubitare fortemente di desiderarlo veramente, o che si tratti di qualcosa di veramente importante per la propria soddisfazione. Ne consegue discontinuità, alterni sentimenti, senso di inutilità e di auto-svalutazione
– pensa alle cose belle che ha avuto e a quelle che può raggiungere, e ne prova un senso strano, come di “nostalgia” , come di qualcosa che non può essere afferrato pienamente
Perché mai tutto ciò? Non ha alcuna evidenza nell’esperienza e non sembra avere giustificazioni. Potremmo trovarne molte, nella storia, nell’esperienza, nelle caratteristiche caratteriali… ma se vogliamo centrare un tema dominante e semplice (ma tutt’altro che banale), proviamo a chiedere/chiederci: perché mi sento così? E scopriremo un particolare che pare insignificante e tuttavia è fondamentale: ogni risposta comincia con l’affermazione “ho paura che…”
Che sia la paura la fonte di questi sentire?
In verità qui abbiamo esemplificato solo alcuni aspetti correlati al tema del successo/insuccesso, che sono applicabili anche ad altri argomenti… e tuttavia sono talmente diffusi e ricorrenti ma meritare tanta attenzione.
Che fare?
Riconosci e accogli la paura: non sei il solo spaventato su questa terra. Alcuni saggi la individuano come “intrecciata al tessuto stesso dell’universo” . E’ quindi un mistero che travalica la nostra dimensione individuale; eppure si svolge anche in un campo che ci compete per dimensioni (la nostra quotidianità) , e nel quale possiamo intervenire in modo determinante.
Utilizzala come conoscenza: di cosa ho paura e perché… che tipo di scenario mi prefiguro e quanto è credibile
Che tipo di indicazioni mi dà: sottintende altri e più autentici bisogni? Mi indica una necessità di altra strada, di altre attitudini, di altro stile di vita? E’ frutto dell’intuizione di risvolti non considerati a sufficienza?
Rettifica i tuoi obiettivi in base a questa analisi: che aggiustamenti mi fanno stare più tranquillo?
Ringraziale per la sua preziosità (che significa “fai pace con i sentimenti scomodi”) e lasciala andare: una volta che hai compreso il suo messaggio, non ha ragione di tormentarti
Se permane forse non hai colto del tutto i risvolti della situazione. Oppure c’é bisogno di più tempo e allenamento per imparare a parlare con se stessi….