Counseling evolutivo, Metodi, Psicoterapia

Psicoterapia: metodi di risoluzione istantanea?

“Quanto dura la psicoterapia?”

E’ una domanda che mi pongono quasi tutti coloro che si rivolgono a me, e mi ha sempre fatto riflettere. Non che la ritenga strana né tantomeno inammissibile, tuttavia è molto interessante indagare i motivi che spingono a farla.

lettino analisiEcco una lista – non esauriente –  di motivi raccolti negli anni:

– non posso permettermi un percorso lungo per motivi economici

– non posso permettermi un percorso lungo per motivi di tempo

– non vorrei restare qui agganciato per molto temo (per paura di dipendenza, perchè “non è bello”, ecc.)

– vorrei sapere quanto ci vuole a guarire

– vorrei sapere se lei fa terapie brevi e se no, perchè

– così, per sapere

– mi hanno parlato delle costellazioni familiari / dei week-end di benessere x / del percorso di guarigione y di 4 incontri / del w.e di iniziazione z / ecc. ecc… può servire?

– ma quello che fa lei va bene per il mio problema?

confusioneLe metodiche in psicoterapia sono tante, la confusione per i clienti ne consegue. C’è incertezza, smarrimento e anche confusione. Colpa dei vari operatori della psicologia e dei media, ovviamente: nascono continuamente nuovi metodi e definizioni, figure professionali (e meno professionali) promettono soluzioni miracolose (o se proprio non le promettono, inducono a crederlo), si diffondono notizie e servizi mediatici approssimativi, volti più ad attirare l’attenzione e fare audience che a informare.

D’altro canto si nota un crescente interesse per la psicologia (cosa che ha il mio plauso, perchè se ciascuno non si occupa del suo mondo interiore, come potrà stare bene?) ma anche uno sconcertante moltiplicarsi di operatori che vogliono offrire servizi nell’ambito, con la strana convinzione che basti qualche mese o al massimo un triennio (con meno di un w.e. al mese e senza preparazione precedente) per imparare a gestire le necessità psicologiche e psicoterapeutiche delle persone.

gattoleoneSi sviluppano tecniche e sessioni brevi di “crescita personale”, che soddisfa alcune speranze molto diffuse, come ad esempio quella di non avere grandi problemi (“lo psicologo è per i matti, io mica lo sono”). Oppure: “non ho un problema psicologico, ho bisogno di crescere, di esprimermi, di trovare un senso superiore” quasi questo non fosse proprio l’intento della psicoterapia. Ma con l’aspettativa di non dover cambiare troppo l’assetto della propria vita e ritenendo sufficiente un investimento di tempo e di risorse circoscritto e limitato.

Si parcellizza il percorso terapeutico assurgendo a metodo a sè alcuni aspetti o strumenti che gli sono propri e che qualsiasi psicoterapia utilizza all’interno del suo percorso; ad esempio: terapia della risata, terapia della scrittura o della narrazione, counseling assertivo, terapia emozionale, ecc.

A mio avviso è una sorta di trasposizione della visione medico/farmacologica: paziente sostanzialmente passivo, segue accuratamente le prescrizioni del medico e assume i farmaci che opereranno a prescindere da lui. La cura farmacologica ha una durata per lo più breve ed è molto controllata e gestita dal medico, non dal paziente che deve solo ubbidire. Si cura il singolo “pezzetto” e non il complesso e la complessità. chirurgo_esteticoSi trascura però di considerare che la cura medica è tutt’altro che breve: un intervento spesso ne richiede altri, sia per curare gli effetti collaterali che per aggredire sviluppi più gravi; sovente non funziona al primo colpo e non per tutti. E quindi alla fine siamo sempre sotto cura, infatti ingoiamo farmaci tutta la vita, vuoi per un problema vuoi per un altro; solo che non ce ne accorgiamo, perchè ogni step viene separato dagli altri e presentato come un momento a sè, che si conclude in breve e non si collega alle precedenti e successive necessità. La storia è vista come vicende separate l’una dall’altra, così come gli organi non sono messi in relazione più di tanto.

Per soddisfare la crescente richiesta di cura psichica (o dovrei dire  “per acquisire questa nuova fetta di mercato”?) nascono praticamente ogni giorno proposte che spesso sorgono e scintillano e poi cadono per lasciare il posto a una nuova cometa. Tutte vissute come risolutive e meravigliosamente efficaci da chi le pratica… ma come mai poi se ne segue un’altra e un’altra e un’altra ancora? E’ come la sigaretta, ho smesso di fumare fino alla prossima?

Individuo due grandi aree: quella del “una sessione e il più è fatto” (o  “basta un week end, poi certo se vuoi un altro male non fa”), e quelle del “ci vuole il tempo che ci vuole, di solito il percorso non è né episodico né facile”. Qualche riflessione sulle prime.

Le Costellazioni Familiari

Ci sono tecniche che mi lasciano molto ma molto perplessa  sulle quali evito qui di soffermarmi. Vorrei invece spendere qualche parola per quelle che chiamo “estrapolazioni parziali assunte a panacea universale”, e prendo ad esempio le Costellazioni Familiari, tecnica di tutto rispetto (soprattutto se svolta da operatori competenti, il che purtropop non è scontato) il cui battage pubblicitario indubbiamente ben condotto, ci fa ormai praticamente tutti edotti.faiglia allargata O quasi. Premetto che ne ho letto, sentito molte descrizioni, conosciuto operatori che le praticano e assistito a una sessione: non mi considero quindi un esperto in merito e ben volentieri ospiterei in questo post un dibattito con chi le conosce meglio. Non è la sola metodica del genere “superbreve”, ma una delle più in auge al momento, e delle meno approssimative. Conosco invece molto bene le sue fonti ispiratrici: lo psicodramma moreniano e quello analitico, l’ipnosi, la psicologia sistemica e – a seconda degli operatori – la psicologia transpersonale, ed altri riferimenti meno noti.

Descrizione per come le conosco: il metodo si basa sul mettere in scena la costellazione (=insieme) della famiglia, allargata anche ai propri antenati. Il gruppo partecipa in vari modi. Nella sessione si invita il paziente a ripetere alcune affermazioni che descrivono il suo rapporto con tali figure parentali. Viene a volte “svelato” qualche segreto di famiglia che si ritiene condizioni in modo determinante le problematiche psichiche del soggetto. Infine si invita a ripetere frasi di perdono e di superamento. Fine della cura.  I vari interpreti del metodo a volte decidono di articolare il percorso con una o più sessioni, di apportare delle varianti, ma il  meccanismo è in moto e “questo basta per guarire”. Alcuni psicologi (ma moltissimi non psicologi) si formano in questo metodo e lo propongono in forma di seminari di uno/due giornate. Il training per formarsi alla conduzione delle costellazioni dura da 5 week end a tre anni (250 ore), secondo l’ente formatore, e non richiede alcuna preparazione psicologica di base, nè titolo di studio superiore alla maturità.

moreno_teatro18Che cosa è accaduto? Jacob Moreno e molti psicoterapeuti successivi hanno da circa un secolo inventato lo psicodramma come metodo di analisi e cura psicologica, che si è articolato in diverse correnti e variazioni metodologiche. Nello psicodramma si mettono in scena episodi della propria vita diurna e onirica, e nello svolgersi del percorso (non certo breve) si attua un cambiamento di visione, di prospettiva, di conoscenza di sè e delle proprie relazioni che conduce a superare blocchi emozionali e a trovare le risorse per affrontare i propri problemi psico-relazionali: una vera e propria psicoterapia di gruppo e/o in gruppo, di orientamento analitico o meno, secondo i principi ispiratori.  Le costellazioni familiari estrapolano da questo metodo la rappresentazione della propria famiglia, trascurando del tutto la complessità e la particolarità della persona “trattata”. Perchè la famiglia? Be’… non è certo una novità, da Freud in poi, quanto sia importante e determinante. E tuttavia viene “ridotta” alla problematica dei ruoli rivestiti e agli accadimenti familiari più o meno conosciuti. Ad ogni combinazione corrisponderebbe una conseguenza psicologica codificata che genera particolari disagi, mentre viene ignorato l’aspetto risorsa e potenzialità.

GigiPsico4Nello psicodramma  il conduttore usa delle tecniche di direzione, tra cui il doppiaggio, in cui dà voce ai pensieri del protagonista/analizzando, dandogli così la possibilità di prendere coscienza di sè e del suo mondo interiore. Nelle costellazioni familiari il direttore fa recitare al soggetto alcune frasi che  deduce dai comportamenti e dalla gestualità in scena, ma questo “doppiaggio” ha una funzione più che altro catartica, nello stupore della scoperta di qualcosa di ignorato dalla coscienza. Assolutamente utile: lo stupore, la scoperta di un punto di vista nuovo è la leva principale di ogni psicoterapia efficace.

E allora perchè lo psicodramma no e le costellazioni familiari sì, nonostante siano ridotte, parziali e poco gestite le conseguenze di questi “insight”? Nonostante gli operatori si limitino spesso a sollevare questioni che non vengono “lavorate” per mancanza di spazio (e forse di competenza)? Perchè sono brevi, e promettono grandi risultati con il minimo sforzo, a volte persino con nessuno sforzo. Perchè sono frequenti e molto pubblicizzate. Perchè possono avere dei costi ridotti (seppure ho sentito tariffe superiori a quelle di uno psicoterapeuta di annosa esperienza), se non altro nella prospettiva di dover affrontare poche sessioni. E perchè sono assolutamente spettacolari, il che non è certo un difetto, genera un vissuto molto carico di emozionalità, ma non determina di per sè l’efficacia nel tempo.

seme fiorisceIo  penso che a volte grandi risultati possano esserci, di sicuro, poichè i presupposti sono corretti e il metodo già peraltro consolidato e comprovato. Ma quanto durevoli e profondi, utilizzati in questo modo? Può davvero essere che una persona fatichi e lavori dentro di sè per mesi e mesi, se non anni, per ottenere un risultato significativo nella sua vita e ci sia qualche metodo che risolve tutto in un baleno? Facendo appello a un modello di riferimento fatto di ruoli codificati che non considera la complessità individuale più di tanto?

Alcuni colleghi mi obiettano che certamente le sessioni di costellazioni familiari non risolvono alcun problema, ma danno “una scossa”, un possibile avvio. Il che, a dire il vero, non è male, perchè  tutte le conquiste interiori si basano sul repentino spostamento di un punto di vista e di osservazione stereotipato, che genera nevrosi e cristallizzazione nella sofferenza psichica, e allora ben venga qualcosa che sappia stupirci.

Abbiamo da riflettere tutti sulla necessità di procurarci costantemente uno “shock addizionale” che ci sposti dai percorsi mentali incancreniti. Evviva allora qualsiasi metodo che lo consenta. Ma attenzione alle facili illusioni dettate dalla paura e, a volte, dalla disperazione di un male considerato incurabile.

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