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Il metodo analogico-metaforico in pedagogia individuativa

Raccontare storie, si sa, è affascinante e ricco di implicazioni curative. Tanto più se l’oggetto della storia è … sè stessi.

Da sempre l’uomo ha amato raccogliersi intorno al fuoco a raccontare, soprattutto storie di eventi e di eroi; e in questo modo molte conoscenze e ricordi preziosi sono stati protetti dall’oblio e trasmessi nel corso delle generazioni.

Molti insegnamenti di saggezza si sono trasmessi, poiché quando ci raccontano una storia, facilmente ci identifichiamo in questo o quel personaggio o evento e il suo svilupparsi ci indica possibili strade, per analogia.

Da alcuni anni è sempre più vivo in ambito medico e psicologico l’interesse per il narrare (storytelling, medicina narrativa) come metodo terapeutico, e  stanno diventando molte le situazioni che utilizzano la narrazione.

Quando si racconta, risulta sempre vivace e affascinante l’uso dell’analogia e della metafora, perché comparare sistemi di ambiti differenti  che si richiamano l’un l’altro, ha per la nostra mente una grande potenza di apprendimento e comprensione, tanto che alcune tecniche di problem solving usano proprio analogia e metafora per la soluzione di problemi organizzativi anche molto complessi.

Gli insegnamenti spirituali, sia orientali che occidentali (il Buddismo, il Taoismo, il Cristianesimo, ecc.) hanno da sempre utilizzato questi strumenti nella parabola, nel racconto, nei Haiku, nei Koan.

In ambito di auto-consapevolezza, di crescita di coscienza e di risoluzione di problematiche individuali, analogia e metafora diventano veri e propri  strumenti di grande fascino ed efficacia.

Il metodo analogico-metaforico in psicologia nasce da alcuni decenni di osservazioni, clinica e sperimentazione. Cerchiamo le immagini  che ci rappresentano e le nostre storie metaforiche, e nel raccontarle emerge una conoscenza sub-conscia molto ricca, sia in uno stato “normale” di coscienza, sia nello stato “alterato” della trance ipnotica.

L’aspetto analogico, compresente e utilizzato in tandem a quello metaforico, riguarda invece la ricerca di sistemi simili per poterli comparare e trarre da questo maggiore comprensione e consapevolezza, sia dei processi che delle soluzioni.

L’analogia è indicata come Legge fondamentale dell’Universo da molte tradizioni antiche e filosofie moderne. Si esplica nel fatto che la Natura (o la Divinità, se si preferisce chiamarla così) si muove con schemi di base semplici che possono articolarsi in forme complesse. Ad esempio l’osservazione analogica tra leggi fisiche e leggi psichiche produce comprensione e conseguente soluzione, e la stessa scoperta dell’Universo come una struttura a frattali è un suo frutto.

Un pensiero analogico è dire che esiste la notte e il giorno e così il riposo e la veglia, e così la passività e l’attività: analoga struttura di campi diversi. Ne consegue che un periodo di depressione, di qualità “notturna”, può essere letto come un momento di riposo e ripensamento necessario per ripartire con l’attività “diurna”. Si può quindi affrontare il momento come si affronta una notte di sonno, magari utilizzando i suoi sogni anziché subirla come un male da eliminare. La Psicosofia legge così gli eventi psichici. Le analogie sono innumerevoli ed è affascinante e utile approcciarsi agli eventi interiori ed esteriori comparandoli alle leggi naturali e alle loro conseguenze.

Su cosa può basarsi il metodo analogico-metaforico? In realtà diventa un metodo con i suoi strumenti, ma discende da una visione filosofica della vita e del nostro essere inseriti nel suo flusso: siamo creature di questo universo e non può essere diverso per noi da quanto è per una pianta,  un animale, la Terra e le Stelle.

Così impariamo a conoscerci e a proiettarci nel nostro futuro, più consapevoli di desideri, bisogni, aspirazioni e realtà profonde di noi stessi. Così ci prendiamo cura di ferite esperienziali e blocchi emotivi, liberandone il potenziale positivo oltre l’evento originario che ha scatenato la crisi.

Se poi volessimo indagare oltre, nelle radici profonde che ci hanno generato e anche nelle prospettive che ci indicano la nostra “missione” di vita, ecco che la psicopedogogia individuativa viene in aiuto a darci stimoli e strumenti.

Il facilitatore/terapeuta che guida in questo percorso è, ancor meno che mai, l’agente risolutore, bensì è colui che sostiene un processo di auto-cambiamento e auto-regolazione, poiché ognuno è davvero artefice di se stesso sia nella difficoltà che nella risoluzione.

Tutto ciò a livello individuale, ma anche nell’ambito della cura di sistemi familiari, affettivi e lavorativi  (cioè di dimensione in cui è palese un sistema/gruppo con le sue relazioni), il metodo analogico-metaforico regala i propri frutti di comprensione e di risoluzione.

 

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