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Decidere usando il Cuore

cuore cervelloSi parla sempre più di intelligenza emotiva, ma non ancora abbastanza di intelligenza cardiaca. Nelle tradizioni – orientali  soprattutto, ma non solo – esistono diversi insegnamenti che descrivono anche compiutamente il cuore come un organo intelligente. Per la medicina cinese non è la testa a regolare il pensiero, bensì il cuore.

Il cuore ha più di 40.000 neuroni e trae beneficio dagli stati d’animo positivi o rilassati. Sarebbe ideale praticare ogni giorno la contemplazione, il silenzio e il rilassamento come modi armonici per connetterci con l’ambiente circostante. Ma basta anche dedicare qualche minuto a mettersi in comunicazione con il cuore: ascoltarlo, percepirlo, osservare come reagisce all’ambiente circostante e ai nostri stessi pensieri. Si impara molto da lui e si utilizza sempre meglio.

Se il cuore ha quindi questa capacità intelligente, ci deve essere un modo per riuscire a valersi delle sue competenze.

Una delle questioni  più frequenti e spesso difficili che si presentano nella nostra vita è dover prendere delle decisioni. Ora, se vogliamo decidere quale film andare a vedere, forse non è necessario scomodare il cuore, seppure potrebbe essere un bell’esercizio anche in questo caso.

Quanto invece le decisioni sono più difficili e tormentate, possiamo tutti verificare che l’intelligenza del cervello non solo non aiuta, ma rischia di farci entrare in un loop di “ogni cosa e il suo contrario” davvero angosciante. Questo perché a livello logico, molto spesso ogni aspetto delle cose è valido, secondo un certo criterio, e anche il suo contrario risulta valido, secondo un altro criterio.

cuore e cervelloOppure, ci sono decisioni che paiono corrette se si ascoltano alcune considerazioni di necessità, di opportunità, di consuetudine che però destano anche un certo senso di insoddisfazione, una specie di suono di  “allarme – pericolo”, che sfida ogni considerazione di buon senso. Ecco, in questo caso si può verificare se non sia la voce del cuore a farsi sentire, con i suoi modi che sono  fatti di sensazioni ed emozioni, non certo di ragionamenti, ma non per questo meno forti e validi. Anzi.

Pintell cuoreremetto che non amo i manuali, semplificano rischiando di banalizzare. Tuttavia avere un pensiero (della mente, in questo caso) ordinato e chiaro può essere assai utile, e quindi provo a sintetizzare il metodo per sviluppare e adoperare l’intelligenza del cuore, nel caso in cui si vogliano prendere delle decisioni.

  1. Lasciare silenti le considerazioni di opportunità, appannaggio della mente. E tuttavia averle considerate sicché siano chiari gli elementi presenti. Poi dimenticarle
  2. Nel silenzio ascoltare il sentire che accompagna l’immagine delle alternative. Cercare il sentire più bello  che dà la sensazione di allargare il cuore
  3. Cercare la Gioia. Poiché Gioia e Luce sono sinonimi, della Gioia ci si può fidare in quanto rivelatrice di qualcosa di giusto
  4. Porre fiducia nelle indicazioni del cuore, sentirne e riconoscerne i moti: ripulsa oppure attrazione
  5. Porre che nulla ci minaccia, nulla è pericoloso, nulla è negativo. Ascoltare il punto 4 sotto questa luce
  6. Imparare a distinguere cosa fa bene da cosa parrebbe “giusto e sensato”
  7. Distogliere con dolcezza ma con fermezza l’attenzione da quanto è dettato da orgoglio, paura, dubbio, ira

Ansia, utile strumento

Quando l’intuizione e l’intelligenza del Cuore si stanno sviluppando, l’ansia assume una particolare chiarezza e funzionalità, segnalando le situazioni e lo scelte errate che si stanno per compiere, cioè inautentiche e non in linea con l’armonia cardiaca.

charlie ansia2Infondo l’ansia è quel meccanismo fondamentale per la sopravvivenza che segnala un pericolo, e se il pericolo è grande o il segnale trascurato, si arriva all’atto di panico.

Cosa sarà mai – quindi – l’intelligenza del Cuore? L’espressione sembra evocare un’immagine poetica di tipo metaforico; ma è “soltanto” uno strumento di conoscenza superiore alla conoscenza razionale e logica, che mantiene vicinissimi alla Verità. Conoscenza sintetica, detta anche “conoscenza diretta” cioè senza mediazioni, basata su una certezza senza mediazioni di ragionamento e di apprendimento.

 

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